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BILANCI 2023: LA COPERTURA DELLE PERDITE

La gestione delle perdite d’esercizio rappresenta una delle sfide più significative nella gestione aziendale, soprattutto in un contesto economico che può variare rapidamente. Il Codice Civile italiano fornisce una serie di norme per garantire che le imprese gestiscano le perdite in modo responsabile, proteggendo gli interessi degli azionisti, dei creditori e delle altre parti interessate. Alla chiusura del bilancio dell’esercizio 2023, molte aziende dovranno affrontare la necessità di applicare nuovamente la disciplina relativa alla riduzione del capitale sociale per perdite, come previsto dal Codice Civile. Questo processo si complica ulteriormente per le aziende che hanno beneficiato di deroghe normative nei precedenti esercizi a causa della pandemia di COVID-19.

Il Codice Civile stabilisce che se le perdite erodono significativamente il capitale sociale di una società, devono essere prese misure di salvaguardia per proteggere l’azienda e i suoi stakeholder. La legge italiana richiede che, se al termine di un esercizio finanziario, le perdite riducono il capitale sociale al di sotto di un certo limite, l’assemblea degli azionisti deve essere convocata per adottare le misure appropriate, che possono includere la riduzione del capitale sociale per perdite o l’integrazione del capitale stesso.

Differenziazione significative tra le imprese

Imprese senza deroghe

Le imprese che non hanno beneficiato di deroghe normative durante la pandemia si trovano in una situazione relativamente “ordinaria”. Devono affrontare le perdite dell’esercizio 2023 e valutare il loro impatto sul patrimonio netto attuale. Questa valutazione determinerà se sia necessario attuare misure straordinarie come la riduzione del capitale sociale. Il compito di questi amministratori è quindi di valutare accuratamente l’entità delle perdite e di agire in modo tempestivo per salvaguardare l’integrità finanziaria dell’azienda.

Imprese con deroghe precedenti

Per le aziende che hanno sfruttato le deroghe normative concesse durante gli anni della pandemia (dal 2020 al 2022), la situazione è più complessa. Queste aziende devono ora considerare l’effetto cumulativo delle perdite non solo dell’anno corrente ma anche di quelle accumulate e temporaneamente sospese nei bilanci degli anni precedenti. La valutazione deve quindi includere un esame dettagliato di come le perdite influenzano il patrimonio netto già ridotto e determinare se le misure di salvaguardia attivate in passato siano ancora adeguate o necessitino di ulteriori azioni.

Per entrambi i gruppi di imprese, è vitale una gestione proattiva e strategica delle perdite:

Valutazione accurata: è cruciale una valutazione dettagliata e tempestiva delle perdite per determinare l’impatto effettivo sul capitale sociale.

Consultazione con esperti: lavorare con consulenti finanziari e legali per navigare le complessità della legge e implementare le migliori strategie di mitigazione.

Comunicazione trasparente: mantenere una comunicazione aperta e trasparente con gli azionisti e gli altri stakeholder è essenziale per mantenere la fiducia e gestire le aspettative.

Riduzione del rischio: esaminare le politiche aziendali per identificare le aree a rischio di perdite e implementare misure preventive per ridurre la possibilità di perdite future.

La chiusura del bilancio 2023 segna un ritorno alla piena applicazione delle norme di gestione delle perdite per molte aziende italiane. La capacità di un’azienda di navigare queste acque complesse dipenderà dalla sua prontezza a valutare correttamente e gestire le perdite, sfruttare adeguatamente le risorse professionali disponibili e comunicare efficacemente con gli stakeholder. Queste azioni non solo garantiranno la conformità con il Codice Civile, ma stabiliranno anche una base solida per la sostenibilità finanziaria a lungo termine dell’azienda.

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SERVIZIO DI CONSULTAZIONE FATTURE ELETTRONICHE: DISPONIBILITÀ LIBERA DAL 20 MARZO

L’Agenzia delle Entrate, tramite il provvedimento n. 105669 del 8 marzo 2024, ha introdotto importanti aggiornamenti riguardanti la consultazione delle fatture elettroniche. Queste modifiche, che riformano il precedente provvedimento n. 433608 del 24 novembre 2022, facilitano l’accesso alle e-fatture per i consumatori finali, eliminando la necessità di una registrazione preventiva al servizio.

La nuova normativa, derivante dal Dl Anticipi o dal collegato fiscale, permette ora una più semplice consultazione delle fatture elettroniche emesse verso i consumatori finali attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate a partire dal 20 marzo.

Cambiamenti nel Servizio di Consultazione per le Fatture B2C

Il precedente provvedimento del 24 novembre 2022 aveva già sostituito le disposizioni tecniche del 30 aprile 2018 riguardanti l’emissione e la ricezione di fatture elettroniche, nonché la trasmissione telematica di dati per operazioni transfrontaliere, conformemente al decreto legislativo del 5 agosto 2015, n. 127.

Il provvedimento modificato introduce la possibilità per contribuenti, sia imprese che privati senza partita IVA, di accedere e consultare facilmente le e-fatture e i loro duplicati informatici senza la necessità di un accordo di servizio preesistente. Questa modifica rimuove l’obbligo di adesione esplicita precedentemente richiesto dalla normativa per i consumatori finali, in linea con le disposizioni del Collegato Fiscale che eliminano la necessità di una richiesta formale da parte dei consumatori.

Inoltre, le fatture elettroniche saranno consultabili fino al 31 dicembre del secondo anno successivo alla loro ricezione, mentre un sommario dei dati fiscali rilevanti, escludendo dettagli specifici dell’operazione, rimarrà disponibile fino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo alla presentazione della dichiarazione di riferimento. È importante notare che la consultazione di questi dati da parte dei consumatori finali non può essere delegata a un intermediario.

Il provvedimento estende inoltre ai soggetti non titolari di partita IVA, esclusi le persone fisiche, il servizio di registrazione dell’indirizzo telematico per la ricezione delle fatture elettroniche, precedentemente disponibile solo per i soggetti IVA.

Con queste modifiche, l’Agenzia delle Entrate semplifica ulteriormente l’accesso e la gestione delle fatture elettroniche, promuovendo la trasparenza e l’efficienza nella comunicazione tra consumatori e imprese.

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BONUS EDILIZIO

Rifiutare la cessione dei bonus edilizi dopo averla accettata: ecco come fare L’Agenzia delle Entrate fornisce il modulo e le istruzioni per revocare l’accettazione di cessioni di crediti legati ai bonus edilizi, già confermate.

L’11 marzo, con la pubblicazione della Circolare n. 6, l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione delle parti interessate un modello e le relative istruzioni per annullare l’accettazione di cessioni dei bonus edilizi, riferendosi all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.

La circolare risponde a domande su come procedere nei casi in cui:

  • il cessionario abbia accettato la cessione per errore, volendo in realtà rifiutarla;
  • cedente e cessionario, dopo l’accettazione della cessione da parte di quest’ultimo, desiderino revocare la comunicazione di cessione del credito effettuata attraverso la Piattaforma cessione crediti.

Per i casi menzionati, è necessario che cedente e cessionario richiedano all’Agenzia delle Entrate di annullare la cessione del credito precedentemente accettata, compilando l’apposito modello seguendo le istruzioni fornite.

Il modulo, firmato digitalmente o manualmente da entrambe le parti, deve essere inviato via email certificata all’indirizzo annullamentoaccettazionecrediti@pec.agenziaentrate.it. In caso di firma manuale, è richiesta anche una copia del documento d’identità dei firmatari.

La procedura di revoca è applicabile esclusivamente alle cessioni di crediti effettuate dopo la prima cessione o dopo lo sconto in fattura, e già accettate dal cessionario. Specifiche aggiuntive includono:

  • Per i crediti tracciabili, la revoca può avvenire per ogni singola rata del credito, purché non sia stata successivamente ceduta o destinata all’utilizzo in compensazione tramite modello F24. Inoltre, si ricorda che l’opzione per l’utilizzo del credito tramite F24 può essere annullata utilizzando l’apposita funzionalità disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate;
  • Per i crediti non tracciabili, il cessionario deve avere un credito residuo adeguato per la specifica tipologia e annualità di credito, dato che il suo plafond verrà ridotto dell’importo corrispondente.

Qualora la revoca non possa essere effettuata per i motivi sopra indicati, la richiesta verrà respinta. L’annullamento elimina le conseguenze dell’accettazione errata del credito o della cessione che si è deciso di revocare.

Dopo l’approvazione della richiesta di revoca, i crediti saranno nuovamente a disposizione del cedente per ulteriori cessioni o per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24, se permesso dalla legge.

Al termine dell’operazione di revoca, le parti interessate riceveranno comunicazione e potranno verificare lo stato aggiornato della cessione sulla Piattaforma.

Qualsiasi richiesta precedentemente inviata all’Agenzia delle Entrate con modalità diverse dovrà essere inviata di nuovo seguendo le istruzioni specificate in questa circolare.

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BILANCIO D’ESERCIZIO 2023: ENTRO QUANDO VA DEPOSITATO?

Il Codice Civile italiano stabilisce delle norme precise riguardo la gestione e l’approvazione dei bilanci annuali delle società di capitali, delineando un quadro regolamentare che mira a garantire trasparenza e correttezza nella gestione aziendale. Le norme in questione sono essenziali per la chiarezza finanziaria e la fiducia degli stakeholder, compresi gli azionisti, i creditori e il mercato finanziario in generale.

Quadro normativo di base

Secondo il Codice Civile, tutte le società di capitali devono convocare un’assemblea per l’approvazione del bilancio entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio. Questo termine è stato stabilito per permettere alle società di elaborare i dati contabili con accurata diligenza, garantendo che tutte le informazioni siano corrette e riflettano fedelmente la realtà economica e finanziaria dell’azienda.

Eccezioni e proroghe

Nonostante il termine standard sia di 120 giorni, la legge prevede la possibilità di estendere questo termine fino a 180 giorni in circostanze eccezionali, per motivi quali la complessità della gestione aziendale o eventi straordinari che impattano sulla capacità della società di chiudere i conti tempestivamente. Questa flessibilità è fondamentale per le società che operano in settori particolarmente complessi o che hanno subito eventi imprevisti che complicano il processo di chiusura del bilancio.

Il Bilancio 2023 e le sue specificità

Per quanto riguarda il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023, è importante notare che non è stata rinnovata la disposizione che permetteva uno slittamento automatico del termine di approvazione a 180 giorni. Pertanto, le società sono tenute a rispettare il termine ordinario di 120 giorni, che per l’anno 2024, essendo un anno bisestile, scade il 29 aprile 2024. Questo significa che, salvo casi di necessità particolarmente motivate, le società devono organizzare l’assemblea e ottenere l’approvazione del bilancio entro questa data.

Considerazioni sulla gestione dei termini

La gestione dei termini per l’approvazione del bilancio richiede un’attenta pianificazione e una gestione efficace delle risorse aziendali. Le società dovrebbero iniziare il processo di chiusura del bilancio ben prima della fine dell’esercizio, per garantire che tutti gli aspetti contabili e finanziari siano adeguatamente monitorati e registrati. Questo approccio proattivo non solo facilita il rispetto dei termini di legge, ma migliora anche la qualità e l’affidabilità delle informazioni finanziarie presentate.

Impatti su stakeholder e mercato

La puntualità e l’accuratezza nell’approvazione del bilancio hanno un impatto significativo sulla percezione di affidabilità e stabilità di una società da parte degli stakeholder. Un bilancio approvato in tempo e con dati accurati rafforza la fiducia degli investitori, dei creditori e del mercato in generale, mentre ritardi o imprecisioni possono generare sospetti e preoccupazioni.

In conclusione, il rispetto delle normative relative all’approvazione dei bilanci non è solo un obbligo legale, ma un componente critico della governance aziendale che influisce direttamente sulla fiducia e sulla stabilità finanziaria di una società. Per l’esercizio finanziario conclusosi il 31 dicembre 2023, le società devono adempiere ai requisiti normativi entro il 29 aprile 2024, a meno che non sussistano circostanze eccezionali che giustifichino un’estensione del termine fino a 180 giorni. È quindi essenziale che le società pianifichino con attenzione le attività di chiusura del bilancio e siano pronte a gestire eventuali complicazioni che potrebbero richiedere un utilizzo del termine prorogato per garantire una completa conformità normativa e mantenere la fiducia degli stakeholder. Il bilancio d’esercizio, in via ordinaria, deve essere approvato entro il 29 aprile 2024 e pertanto il relativo deposito presso il registro delle imprese dovrà avvenire entro trenta giorni dalla sua approvazione ossia: entro il 29 maggio oppure entro il 29 luglio prossimo se il bilancio è stato approvato entro i 180 giorno dalla chiusura dell’esercizio 2023.

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SCADENZE E MODALITÀ DI PAGAMENTO PER LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2024 DELLE PERSONE FISICHE: TUTTE LE INFORMAZIONI SU RATE E DATE IMPORTANTI

Per la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche dell’anno 2024, relative al saldo del 2023 e al primo acconto del 2024, è possibile optare per la rateizzazione delle imposte. Di seguito, vi presentiamo le scadenze principali e le opzioni di pagamento disponibili:

Scadenze per il Versamento delle Imposte:

  • 30 giugno 2024: Termine ultimo per il pagamento senza interessi;
  • 30 luglio 2024: Possibilità di versamento con un interesse dello 0,40% sul totale dovuto.

I pagamenti previsti in giorni festivi o sabati sono posticipati al primo giorno lavorativo successivo.

Opzioni Speciali per Alcuni Contribuenti:

  • I contribuenti che sottoscrivono il Concordato Preventivo Biennale possono effettuare i pagamenti entro il 31 luglio 2024 senza interessi aggiuntivi, come indicato nell’articolo 37 del Decreto Legislativo del 12 febbraio 2024, n. 13.

Rateizzazione delle Imposte

  • Tutti i contribuenti, indipendentemente dal possesso di partita IVA, possono scegliere di rateizzare il pagamento delle somme dovute, escluso l’acconto di novembre, che va saldato in un’unica soluzione entro il 2 dicembre 2024.
  • È possibile selezionare specifiche voci da rateizzare, ad esempio, solamente il primo acconto IRPEF.

Termini e Condizioni per la Rateizzazione:

  • Le rate devono essere versate entro il 16 di ogni mese, con la conclusione dei pagamenti prevista per il 16 dicembre dello stesso anno di presentazione della dichiarazione.

Dettagli sui Pagamenti Rateali:

  • 1 luglio 2024: Prima rata per chi sceglie la rateizzazione, considerando il 30 giugno un giorno festivo.
  • Gli interessi sulle somme rateizzate ammontano al 4% annuo, con un calcolo basato sul periodo tra le scadenze delle rate.

Come Effettuare i Pagamenti:

  • Il modello F24 è lo strumento principale per i versamenti, disponibile sia in forma cartacea che telematica per i titolari di partita IVA e non. Le modalità telematiche includono l’uso dei servizi online dell’Agenzia delle Entrate o degli intermediari autorizzati.

Informazioni Importanti per la Compilazione dell’F24:

  • È essenziale indicare correttamente il codice fiscale, l’anno d’imposta, i codici tributo, e scegliere accuratamente tra le opzioni di pagamento disponibili. Gli interessi derivanti dalla rateizzazione devono essere indicati separatamente nel modello.

Scelta della Rateizzazione e Calcolo degli Interessi:

  • In caso di rateizzazione, gli importi devono essere calcolati e arrotondati al centesimo di euro prima del versamento.

Ricapitolando, il sistema di rateizzazione offre flessibilità ai contribuenti nel gestire i pagamenti delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi. È fondamentale tenere a mente le scadenze e seguire attentamente le modalità di versamento per evitare errori e sanzioni.”

 

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IMPORTI NASPI, CIG, ASSEGNI FIS, DIS COLL 2024

Con la recente comunicazione circolare numero 25 del 29 gennaio 2024, l’INPS ha diffuso le cifre relative agli ammortizzatori sociali per l’anno corrente, aggiornate in base al tasso di inflazione fornito dall’ISTAT (5,4%). Questi ammortizzatori includono una varietà di trattamenti e indennità, quali il trattamento di integrazione salariale ordinario e straordinario (CIGO e CIGS), l’assegno di integrazione salariale per gli operai agricoli (CISOA), l’assegno di integrazione salariale del Fondo di solidarietà del Credito, e altre forme di supporto finanziario.

Importi e direttive fornite per il 2024

Per quanto riguarda l’indennità di disoccupazione NASPI, l’importo massimo mensile per il 2024 non può superare 1.550,42 euro senza subire alcuna riduzione. Analogamente, per l’indennità di disoccupazione DIS-COLL, l’importo massimo mensile per il 2024 non può superare 1.550,42 euro.

Per quanto riguarda l’indennità di disoccupazione agricola, per i periodi di attività nel 2023, l’importo massimo è di 1.321,53 euro. Per l’indennità destinata ai lavoratori autonomi dello spettacolo (ALAS), l’importo massimo mensile per il 2024 è di 1.550,42 euro.

L’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO) per il 2024, basata su un reddito massimo di 12.000 euro, varia tra un minimo di 250,00 euro e un massimo di 800,00 euro mensili.

Infine, per l’assegno per le attività socialmente utili, a partire dal 1° gennaio 2024, l’importo mensile è di 691,89 euro, senza alcuna riduzione ai sensi dell’articolo 26 della legge n. 41/1986.

Queste disposizioni mirano a garantire un adeguato sostegno economico per coloro che si trovano in situazioni di difficoltà lavorativa, fornendo una serie di importi massimi mensili per ciascuna tipologia di indennità, e prendendo in considerazione varie circostanze, come l’inflazione e il reddito.

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RETRIBUZIONI MINIME E CONTRIBUTI INPS 2024: LE TABELLE AGGIORNATE

Con l’evolversi delle normative e delle condizioni economiche, è essenziale tenersi aggiornati sui requisiti e gli aggiornamenti relativi alle retribuzioni e ai contributi previdenziali. La circolare n. 21 del 26 gennaio 2024 dell’INPS fornisce importanti aggiornamenti sulle retribuzioni minime e sui contributi per il corrente anno.

Le tabelle aggiornate per le retribuzioni minime e contributi INPS

Con la recente circolare n. 21 del 26 gennaio 2024, l’INPS ha comunicato gli aggiornamenti relativi alle retribuzioni minime da considerare per il calcolo delle contribuzioni previdenziali nel corso del 2024, riguardanti la generalità dei lavoratori dipendenti.

È importante ricordare che la legge stabilisce che le contribuzioni previdenziali e assistenziali non possono essere calcolate su imponibili giornalieri inferiori a quelli definiti dalla normativa vigente. Questo principio, sancito dall’articolo 1, comma 1, del D.L. 9 ottobre 1989, n. 338, convertito, con modifiche, dalla legge 7 dicembre 1989, n. 389, stabilisce che la retribuzione da utilizzare come base per il calcolo dei contributi di previdenza e assistenza sociale non può essere inferiore agli importi stabiliti da leggi, regolamenti, contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, o da accordi collettivi o contratti individuali che prevedano una retribuzione superiore a quella fissata dal contratto collettivo.

Annualmente, i minimi retributivi ai fini previdenziali vengono aggiornati sulla base della rivalutazione dei prezzi dell’anno precedente, calcolata dall’ISTAT. Per il 2024, tale rivalutazione è stata del 5,4%.

Quali sono gli aggiornamenti per il 2024?

Le tabelle allegate alla circolare illustrano i limiti di retribuzione giornaliera rivalutati, che entrano in vigore con il periodo di paga in corso al 1° gennaio 2024 per le diverse categorie di lavoratori. Nel caso in cui tali importi siano inferiori, devono essere adeguati a un valore di € 56,87, equivalente al 9,5% dell’importo del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, in vigore al 1° gennaio 2024, pari a € 598,61 mensili.

È importante sottolineare che non è obbligatorio rispettare il minimo di retribuzione ai fini contributivi nel caso in cui il datore di lavoro eroghi trattamenti integrativi di prestazioni mutualistiche che siano inferiori al suddetto limite minimo.

I datori di lavoro che non hanno potuto considerare i valori contributivi aggiornati per il mese di gennaio 2024 possono regolarizzare la situazione in conformità con la deliberazione n. 5 del 26 marzo 1993 del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, approvata con D.M. 7 ottobre 1993. Tale regolarizzazione, senza alcun costo aggiuntivo, deve avvenire entro il giorno 16 del terzo mese successivo a quello di pubblicazione della circolare, ovvero entro il 16 aprile 2024.

Per effettuare tale regolarizzazione, i datori di lavoro che utilizzano la sezione “PosContributiva” del flusso Uniemens dovranno calcolare le differenze tra le retribuzioni imponibili in vigore al 1° gennaio 2024 e quelle soggette a contribuzione per lo stesso mese, per aumentare le retribuzioni imponibili individuali del mese in cui avviene la regolarizzazione. L’importo della differenza contributiva a credito dell’azienda, relativa al versamento dell’aliquota aggiuntiva dell’1%, da restituire al lavoratore, sarà riportato nella denuncia Uniemens.

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RIFORMA FISCALE: PRIME ISTRUZIONI PER ALIQUOTE IRPEF E SCAGLIONI 2024

L’Agenzia delle Entrate ha reso disponibili le prime disposizioni operative riguardanti la revisione del sistema d’imposizione del reddito delle persone fisiche (IRPEF) per l’anno 2024. Queste istruzioni rappresentano un punto di riferimento fondamentale per gli uffici dell’amministrazione finanziaria, fornendo indicazioni chiare e precise sull’applicazione delle nuove disposizioni fiscali.

Le istruzioni per la Riforma Fiscale 2024

La Circolare del 06.02.2024 n. 2, emessa dall’Agenzia delle Entrate, è il documento ufficiale che delinea le linee guida della riforma fiscale in merito alla revisione dell’IRPEF. Tra le principali modifiche apportate, si segnala il riordino delle deduzioni dalla base imponibile, la rimodulazione di aliquote e scaglioni di reddito, la revisione delle detrazioni dall’imposta lorda e dei crediti d’imposta, nonché l’abrogazione della disciplina relativa all’aiuto alla crescita economica (ACE). Queste disposizioni derivano dal Decreto Legislativo del 30 dicembre 2023 n. 216, che dà attuazione alla legge 9 agosto 2023, n. 111, nota come “Delega fiscale”.

In particolare, la Circolare fornisce istruzioni dettagliate su vari aspetti, tra cui la rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, le modifiche alle detrazioni per lavoro dipendente e assimilato, il trattamento integrativo, la revisione della disciplina delle detrazioni fiscali, l’adeguamento delle addizionali regionali e comunali all’IRPEF e l’abrogazione dell’ACE.

Qual è l’imposta lorda per gli scaglioni IRPEF?

Per quanto riguarda la determinazione dell’IRPEF per l’anno 2024, l’imposta lorda sarà calcolata applicando le seguenti aliquote per scaglioni di reddito:

  • Il 23% per coloro che hanno redditi fino a 28.000 euro;
  • Il 35% per tutti i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • Il 43% per i soggetti che presentano redditi che superano i 50.000 euro.

Queste indicazioni rappresentano un’importante base di partenza per la pianificazione fiscale degli individui e delle famiglie, nonché per le attività di consulenza e di assistenza fiscale offerte da professionisti del settore. È fondamentale comprendere appieno le nuove disposizioni e assicurarsi di applicarle correttamente per garantire il rispetto delle normative fiscali vigenti.

La pubblicazione delle prime istruzioni operative sull’IRPEF per il 2024 è un pezzo del puzzle importante verso l’implementazione della riforma fiscale in corso. È essenziale che tutti gli interessati si informino adeguatamente e si attengano alle disposizioni stabilite per contribuire a un sistema fiscale trasparente ed equo.

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ASSUNZIONI AGEVOLAZIONI 2024

Il panorama delle agevolazioni per le assunzioni, specialmente nell’ambito contributivo, ha subito notevoli trasformazioni negli ultimi tempi. La persistente diminuzione dell’occupazione ha spinto il legislatore a introdurre misure specifiche per promuovere l’ingresso nel mondo del lavoro, con un’attenzione particolare ai giovani. Tuttavia, la Legge di Bilancio 2024 presenta nuove sfide, riconfigurando le priorità e allocando le risorse verso categorie specifiche. Esaminiamo le principali modifiche e le agevolazioni ancora in vigore.

Quali sono le agevolazioni 2024 per le assunzioni?

La Legge di Bilancio 2024 ha ridefinito il quadro delle agevolazioni contributive, abbandonando lo sgravio totale per giovani e donne introdotto nel 2023. Al contrario, l’attenzione si è spostata verso categorie svantaggiate come donne con figli, vittime di violenza e beneficiari di sostegni al reddito. Nonostante queste modifiche, diversi incentivi precedentemente introdotti rimangono attivi, contribuendo a sostenere l’occupazione e ad attenuare le disparità sociali.

Il Ministero del Lavoro, già nel settembre 2023, ha fornito una guida sugli incentivi alle assunzioni, spiegando le novità introdotte dal Decreto Lavoro n. 48 del 2023. Tuttavia, l’edizione aggiornata per il 2024 è ancora in attesa. Tra gli incentivi confermati si distinguono i seguenti.

Assunzione in percorso formativo per ultra 29

Individui con età superiore ai 29 anni e beneficiari di indennità di disoccupazione hanno la possibilità di accedere a un beneficio contributivo del 10% più 1,61 per il contributo NASPI.

Assunzione di individui beneficiari del Reddito di Cittadinanza

L’impiego a tempo pieno e a tempo indeterminato di coloro che ricevono il reddito di cittadinanza offre il vantaggio di essere esenti dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con un limite mensile di 780 euro. La durata dell’esonero è calcolata sulla differenza tra 18 mensilità e quelle già fruite al momento dell’assunzione, con un minimo di 5 mensilità.

Incentivi per donne

Diverse agevolazioni sono previste per donne in diverse situazioni, inclusi sgravi contributivi del 50% per massimo 18 mesi, a seconda delle condizioni occupazionali e della residenza.

Assunzione over 50 disoccupati

I datori di lavoro che assumono lavoratori over 50 disoccupati da oltre dodici mesi beneficiano di uno sconto del 50% sui contributi Inps e Inail per un massimo di 18 mesi.

Assunzione di lavoratori disabili

Gli imprenditori possono usufruire di un incentivo economico dal 35% al 70% della retribuzione, proporzionale al grado di disabilità, per le assunzioni di lavoratori disabili.

Assunzioni con assegno di ricollocazione

I datori di lavoro possono beneficiare di uno sgravio contributivo del 50% per le assunzioni di lavoratori beneficiari di un Assegno di Ricollocazione.

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CERTIFICAZIONE UNICA 2024

Con l’emanazione del Provvedimento n. 8253 in data 15 gennaio, successivamente pubblicato il 16, l’Agenzia delle Entrate ha formalmente dato il via all’approvazione del modello e delle istruzioni per la Certificazione Unica 2024. Questo documento riveste una rilevanza di primaria importanza per i sostituti d’imposta e i contribuenti, offrendo una panoramica completa dei redditi e delle detrazioni relativi all’anno fiscale 2023. In particolare, la Certificazione Unica “CU 2024” è stata approvata in congiunzione con le istruzioni di compilazione, il frontespizio per la trasmissione telematica e il quadro CT, accompagnato dalle rispettive istruzioni.

Certificazione Unica 2024: scadenze e modalità di trasmissione

I sostituti d’imposta sono tenuti a rispettare scadenze definite con precisione al fine di garantire la corretta trasmissione delle informazioni all’Agenzia delle Entrate. Per il periodo d’imposta 2023, la data limite per la trasmissione telematica delle Certificazioni Uniche è stata fissata per il 16 marzo. Va notato che, poiché questa data coincide con un sabato nel 2024, il termine è posticipato al successivo 18 marzo.

Un aspetto da sottolineare è la facoltà concessa ai sostituti d’imposta di suddividere il flusso telematico, consentendo l’invio separato delle certificazioni relative ai redditi di lavoro dipendente e assimilati, rispetto a quelle dei redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi.

Il documento della Certificazione Unica, destinato alla presentazione presso l’Agenzia delle Entrate, fornisce un insieme di informazioni essenziali per il contribuente, organizzate in dettaglio all’interno del Capitolo III. Queste informazioni abbracciano una vasta gamma di aspetti finanziari, comprendendo i redditi derivanti dal lavoro dipendente, assimilati ed equiparati, distribuiti nel corso del 2023 e soggetti a diverse modalità di tassazione. Altresì, il documento delinea chiaramente i redditi provenienti da lavoro autonomo, provvigioni e altre fonti di reddito diversificate.

Quantificazione delle provvigioni e prestazioni

Un focus particolare è riservato alla quantificazione totale delle provvigioni legate a prestazioni, includendo quelle provenienti da vari tipi di rapporti professionali come commissione, agenzia, mediazione, rappresentanza di commercio e procacciamento d’affari. In aggiunta, viene indicato l’importo globale dei compensi erogati in seguito a procedure di pignoramento presso terzi e di esproprio.

La Certificazione Unica offre altresì informazioni sulla somma delle indennità corrisposte per la cessazione di rapporti di agenzia, funzioni notarili e attività sportiva autonoma. Infine, il documento espone in modo dettagliato l’ammontare dei corrispettivi erogati nel 2023 per contratti di locazione di immobili ad uso abitativo con durata non superiore a 30 giorni.

La Certificazione Unica delinea in modo accurato e completo il panorama finanziario del contribuente, fornendo dati rilevanti per una corretta dichiarazione fiscale e garantendo trasparenza nel rapporto con l’Agenzia delle Entrate.

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