Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 4 settembre 2024, ha approvato uno schema di decreto legislativo che adegua la normativa italiana al Regolamento (UE) 2018/1672, riguardante i controlli sul denaro contante in entrata e in uscita dall’Unione Europea. Questo intervento si inserisce in un contesto in cui l’Italia aveva già evidenziato un disallineamento tra le proprie norme e quelle europee, come sottolineato dalla Circolare n. 12/2024 delle Dogane, pubblicata il 7 maggio 2024.
L’obiettivo principale del nuovo decreto è rafforzare i controlli, prevenire l’evasione fiscale e contrastare il riciclaggio di denaro, allineando le norme italiane agli standard europei. Di seguito, vediamo i principali interventi legislativi che modificano la disciplina italiana in materia di movimentazione del denaro contante.
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Mercato dell’oro
Un’importante novità introdotta dal decreto riguarda il mercato dell’oro, con modifiche alle definizioni di “oro da investimento” e di “materiale d’oro”. Queste modifiche ampliano le fattispecie delle operazioni in oro che devono essere dichiarate all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria). Ora, anche l’oro destinato a lavorazione futura è soggetto a obblighi di dichiarazione.
Un altro cambiamento riguarda la soglia per la dichiarazione, che viene abbassata da 12.500 euro a 10.000 euro. Inoltre, se più operazioni di valore inferiore a 10.000 euro sono effettuate con la stessa controparte nel corso di un mese solare, e l’importo complessivo raggiunge o supera tale soglia, queste devono comunque essere dichiarate. È inoltre previsto che singole operazioni pari o superiori a 2.500 euro con la stessa controparte devono essere segnalate, anche se complessivamente non superano i 10.000 euro.
Queste disposizioni mirano a incrementare la trasparenza nelle transazioni con l’oro, settore spesso associato a operazioni ad alto rischio di riciclaggio di denaro.
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Normativa in materia valutaria
Il decreto aggiorna e perfeziona le definizioni relative al denaro contante, includendo concetti come “valuta”, “strumenti negoziabili al portatore” e “carte prepagate”. Questo chiarimento è importante per rendere più preciso l’ambito di applicazione dei controlli.
Il denaro contante accompagnato, ovvero quello trasportato fisicamente oltre i confini nazionali, è soggetto a obbligo dichiarativo quando l’importo è pari o superiore a 10.000 euro. Una novità rilevante introdotta dal decreto è che l’obbligo dichiarativo non si considera soddisfatto se le informazioni fornite sono inesatte o incomplete, o se il denaro non è reso disponibile per il controllo da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).
Il decreto rafforza i poteri di controllo delle Dogane e della Guardia di Finanza (GDF), consentendo loro di trattenere il denaro per un massimo di 30 giorni, prorogabili fino a 90 in casi particolari, se vi sono dubbi sulla provenienza o l’uso del denaro. Queste misure sono mirate a rafforzare i controlli e prevenire l’uso del denaro contante per attività illecite.
Inoltre, il decreto prevede che le informazioni acquisite durante i controlli siano utilizzabili a fini fiscali. Ciò significa che le autorità potranno utilizzare i dati raccolti per verificare la correttezza delle dichiarazioni fiscali e per indagare su eventuali attività illegali legate al denaro contante.
Un aspetto cruciale del decreto riguarda lo scambio di informazioni tra l’ADM, la GDF e le omologhe autorità degli altri Stati membri dell’UE. Lo scambio avviene tramite il Sistema di Informazioni Doganali (SID) e coinvolge anche la Commissione Europea, l’EPPO (European Public Prosecutor’s Office) e, nel caso della Guardia di Finanza, EUROPOL.
Questo scambio di dati è fondamentale per prevenire e contrastare il riciclaggio di denaro e altre attività illegali che potrebbero minacciare gli interessi finanziari dell’Unione Europea.
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Violazione degli obblighi dichiarativi
Il decreto interviene anche sulle sanzioni relative alla violazione degli obblighi dichiarativi in materia di trasferimento di denaro contante. In caso di omessa dichiarazione, la normativa prevede sanzioni pecuniarie proporzionate alla somma non dichiarata.
La novità principale consiste nell’aumento delle soglie percentuali per il pagamento delle sanzioni ridotte. Ad esempio, chi non dichiara somme eccedenti i 10.000 euro ma inferiori a 40.000 euro dovrà pagare il 30% della somma non dichiarata, rispetto al precedente 15%.
Il decreto introduce inoltre un trattamento differenziato per i casi di omessa dichiarazione e per quelli di dichiarazione incompleta o inesatta. Le sanzioni sono più severe per chi omette del tutto la dichiarazione, mentre per le dichiarazioni inesatte è previsto un regime sanzionatorio meno gravoso.
Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri rappresenta un passo importante verso l’allineamento della normativa italiana a quella europea in materia di controlli sulla circolazione del denaro contante. Le modifiche introdotte mirano a rafforzare la trasparenza, migliorare la cooperazione internazionale e prevenire attività illegali come il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale.
Queste nuove misure non solo garantiscono una maggiore armonizzazione con il quadro normativo europeo, ma rappresentano anche un passo avanti nella lotta alle attività illecite, contribuendo alla sicurezza economica dell’Italia e dell’Unione Europea.