Il 4 settembre 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva un decreto legislativo con modifiche e integrazioni al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, originariamente introdotto con il decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14.

Tra le varie disposizioni, l’articolo 6 del nuovo decreto apporta importanti novità alla disciplina del concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio. Queste modifiche mirano a rendere più chiara e accessibile la procedura di liquidazione patrimoniale per le imprese in difficoltà.

Il concordato semplificato è uno strumento che consente agli imprenditori in difficoltà di avviare una procedura di liquidazione patrimoniale semplificata. Questa procedura può essere adottata solo se la composizione negoziata della crisi non è andata a buon fine, ma le trattative si sono svolte in buona fede e correttezza.

Il nuovo decreto introduce alcune novità al concordato semplificato, eliminando il riferimento all’esito “non positivo” della composizione negoziata. Ora, la procedura può essere avviata anche in casi in cui la soluzione negoziale non risulti praticabile, ma le trattative sono state condotte secondo le regole.

 

Suddivisione dei creditori

Un’altra modifica riguarda la suddivisione dei creditori in classi, introdotta nella proposta di concordato. Con la nuova normativa, anche i creditori privilegiati, i cui crediti non vengono soddisfatti integralmente, possono essere trattati come chirografari per la parte residua del credito. Questo significa che la parte di credito non coperta dai beni posti in garanzia può essere trattata come un credito ordinario, senza prelazione.

 

La procedura di accesso

Per accedere al concordato semplificato, l’imprenditore deve presentare al tribunale una proposta di cessione dei beni insieme a un piano di liquidazione. Quest’ultimo deve essere corredato da tutti i documenti fiscali e contributivi richiesti dall’articolo 39 del CCII. La proposta può anche includere una suddivisione dei creditori in classi, qualora applicabile. Un’altra importante novità introdotta dal decreto è la possibilità di presentare una domanda prenotativa, prevista dall’articolo 40 del CCII. Questo consente all’imprenditore di avviare la procedura con riserva di presentazione della proposta e del piano di liquidazione entro un termine prestabilito, che di solito è di sessanta giorni.

 

Omologazione del concordato

Una volta presentata la proposta di concordato, l’imprenditore deve richiederne l’omologazione tramite un ricorso, che viene comunicato al pubblico ministero e pubblicato nel registro delle imprese entro il giorno successivo al deposito.

 

Nuovi criteri per l’omologazione

Il nuovo decreto interviene anche sull’articolo 25-sexies, riformulando i criteri di verifica da parte del tribunale. In particolare, il giudice dovrà verificare che la proposta di concordato sia stata presentata in modo corretto e che le classi di creditori siano state formate correttamente, garantendo equità nella ripartizione dei crediti. Se necessario, il tribunale può assegnare un termine massimo di quindici giorni per integrare o modificare il piano e presentare nuovi documenti, permettendo così una maggiore flessibilità nella gestione della procedura.

 

Modifiche al linguaggio normativo

Il decreto ha anche semplificato il linguaggio normativo, eliminando il riferimento al deposito del ricorso “in cancelleria”. Questo termine è stato sostituito dall’obbligo di deposito telematico, allineando la normativa alle moderne modalità di gestione dei documenti legali.

 

Liquidazione del patrimonio

Un altro aspetto fondamentale del concordato semplificato riguarda la liquidazione del patrimonio dell’imprenditore in crisi. L’articolo 25-septies del CCII stabilisce che il tribunale nomini un liquidatore giudiziale al momento dell’omologazione del concordato. Questo liquidatore avrà il compito di gestire la vendita dei beni dell’impresa per soddisfare, per quanto possibile, i creditori.

 

Ruolo del liquidatore giudiziale

Il liquidatore nominato dal tribunale deve operare garantendo trasparenza e correttezza nel processo di liquidazione. Il suo compito è quello di vendere i beni dell’impresa e distribuire il ricavato ai creditori secondo quanto previsto dal piano di concordato. Questa fase è particolarmente delicata, poiché deve garantire che i creditori vengano soddisfatti almeno nella stessa misura in cui lo sarebbero in caso di liquidazione forzata. Tuttavia, il concordato semplificato offre una maggiore flessibilità, consentendo di gestire il patrimonio dell’impresa in modo più efficiente e rapido rispetto alle procedure concorsuali tradizionali.

 

Le modifiche al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza approvate nel settembre 2024 mirano a rendere più accessibile e flessibile la gestione delle crisi aziendali, soprattutto attraverso l’uso del concordato semplificato. Questa procedura, pensata per situazioni in cui la composizione negoziata non è praticabile, consente agli imprenditori di liquidare il patrimonio aziendale in modo più rapido ed efficace, offrendo allo stesso tempo maggiori tutele per i creditori.

 

Le novità introdotte dal decreto legislativo migliorano la chiarezza normativa e semplificano l’accesso a questa importante misura di gestione della crisi. L’obiettivo è favorire una risoluzione più rapida delle crisi aziendali, riducendo i costi e i tempi della procedura, e offrendo agli imprenditori in difficoltà una possibilità concreta di risolvere la propria situazione debitoria.

 

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