Il Consiglio dei Ministri ha approvato, il 20 novembre 2020, il decreto legge denominato Ristori ter. Vediamo gli aiuti e i contributi previsti e come richiederli.
Si tratta di una manovra da circa 1,95 miliardi di euro, a sostegno delle attività colpite, in maniera diretta o indiretta, dalle disposizioni che si sono rese necessarie per il contrasto dell’epidemia da Coronavirus. Riguarda, inoltre, l’aiuto ai lavoratori dei settori colpiti e altre misure legate all’emergenza.
Le misure previste dal decreto Ristori ter
Le principali risorse riguardano:
- 1,45 miliardi di euro, per il 2020, come da fondo previsto dal decreto Ristori bis, a sostegno delle imprese delle regioni che passano a una zona di rischio maggiore (da gialla a arancione o da arancione a rossa);
- Ulteriori 400 milioni di euro disponibili per i Comuni, per istituire misure urgenti di solidarietà alimentare;
- 100 milioni di euro, per il 2020, per l’acquisto e la distribuzione di farmaci per la cura di pazienti affetti da Covid-19. Questi fondi proverranno dal Fondo per le emergenze nazionali.
Fra le attività destinatarie del contributo a fondo perduto, inoltre, vengono adesso incluse le attività di commercio al dettaglio di calzature.
I contributi saranno erogati in maniera automatica per le aziende che ne avevano già fatto richiesta in seguito al decreto Rilancio. Gli altri aventi diritto, invece, dovranno presentare una nuova richiesta.
Rispetto al decreto Rilancio, gli indennizzi sono così maggiorati:
- + 150% per bar e pasticcerie, gelaterie, alberghi;
- + 200% per ristoranti, palestre, piscine, cinema e teatri e negozi di calzature;
- + 400% per discoteche e sale da ballo.
Le imprese colpite che si trovano nelle zone rosse, inoltre, hanno diritto alla sospensione dei pagamenti Iva per novembre e dei versamenti Inps per novembre e dicembre, alla cancellazione della seconda rata dell’Imu e a un credito d’imposta del 60% sugli affitti commerciali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre.